Quando si organizza un’escursione in montagna, una delle prime cose che si prende in considerazione è il livello di difficoltà. Ma come si fa a riconoscerlo? Ci sono tanti modi. Di sicuro, quello più famoso è il sistema di classificazione delle difficoltà dei sentieri del Club Alpino Italiano, che ha elaborato una scala che vede i seguenti livelli: T (Turistico), E (Escursionistico), EE (Escursionistico per esperti), EEA (Escursionistico per esperti con attrezzatura). Questa scala del CAI è basata su diversi parametri: i principali sono la lunghezza del sentiero, il dislivello in salita che affronta e la tipologia del fondo.

La scala del CAI è molto utile per catalogare i sentieri, ma può rivelarsi un po’ troppo rigida e poco comprensibile da chi è meno abituato ad avere a che fare con queste diciture. Per questo motivo, ho introdotto una mia personale scala di difficoltà che utilizzo per descrivere le escursioni proposte sul sito Trekking Lecco. Per certi versi è simile e sovrapponibile a quella del CAI, per altri versi invece se ne discosta. L’obiettivo, in ogni caso, è fornire al lettore – e dunque all’escursionista – un riferimento immediatamente comprensibile per valutare se l’escursione proposta è alla propria portata.

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I livelli individuati sono quattro: Facile, Medio, Impegnativo e Molto Impegnativo. Questi livelli sono pensati per un pubblico ampio e di allenamento medio, sulla base di due criteri fondamentali: durata dell’escursione e dislivello in salita. Vediamoli nel dettaglio!

Facile. Durata complessiva dell’escursione inferiore o uguale a 2 ore e dislivello in salita inferiore o uguale a 350 metri. A titolo di esempio, rientra in questa categoria l’escursione a San Pietro al Monte.

Medio. Durata complessiva dell’escursione inferiore o uguale a 4 ore e dislivello in salita inferiore o uguale a 650 metri. A titolo di esempio, rientra in questa categoria l’escursione al Rifugio Rosalba in Grignetta.

Impegnativo. Durata complessiva dell’escursione inferiore o uguale a 6 ore e dislivello in salita inferiore o uguale a 1000 metri. A titolo di esempio, rientra in questa categoria l’escursione ai Piani di Artavaggio da Moggio.

Molto impegnativo. Durata complessiva dell’escursione superiore a 6 ore e dislivello in salita superiore a 1001 metri. A titolo di esempio, rientra in questa categoria l’escursione al Resegone da Lecco.

Tutti i sentieri attrezzati con corde e catene fisse sono catalogati come molto impegnativi, a prescindere da durata e dislivello. Un capitolo a parte, invece, sono le vie ferrate: non si tratta di sentieri escursionistici, ma di percorsi che richiedono specifica attrezzatura di sicurezza (casco, imbrago e dissipatore).

Questa classificazione non è basata tanto sulle caratteristiche oggettive dei sentieri, quanto sulla fatica fisica che l’escursione comporta. I parametri oggettivi e “stabili” nel tempo che maggiormente influiscono sulla percezione di fatica sono appunto la durata e il dislivello. Ovviamente non sono gli unici: ad esempio, anche la temperatura esterna può influire, ma è un parametro troppo variabile per poter essere preso in considerazione nella determinazione del livello di difficoltà di un’escursione. È, comunque, un elemento da tenere molto in considerazione nel momento in cui si organizza l’uscita.

Infine, questi livelli non hanno pretesa di validità universale: una persona molto allenata, ad esempio, potrebbe considerare come facile l’escursione al Rifugio Rosalba, e non di livello medio. In questo caso, come dicevo, ho cercato di adottare un approccio più rivolto all’escursionista medio, che non a chi è già esperto.

Foto e testi di Michele Castelnovo.
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Categorie: Blog

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