Le montagne lecchesi non sono ricche solo di sentieri escursionistici, ma numerose e famose sono anche le vie ferrate che ne solcano le pareti. In questo articolo, vedremo la descrizione della Ferrata al Corno Rat, sopra Valmadrera, realizzata dall’OSA. Si tratta di una via ferrata un po’ esposta ma, dopo i lavori di ristrutturazione recenti, è stata semplificata dal punto di vista tecnico.

Fonte: https://www.osavalmadrera.it/ferrata-30ampdeg-osa.htm

Innanzitutto, che cos’è una via ferrata? Secondo il sito vieferrate.it, è un «percorso di accesso alla vetta o a qualsiasi altra meta alpinistica dotato di cavi, catene, staffe, ecc. che ne facilitano le difficoltà alpinistiche e con sviluppo più marcatamente verticale rispetto al sentiero attrezzato». La via ferrata non è un percorso escursionistico! Bisogna utilizzare le mani ed essere in possesso di nozioni base di arrampicata per la progressione, che però è agevolata dalla presenza di corde e altre strutture metalliche fisse.

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Per affrontare in sicurezza una via ferrata è indispensabile essere muniti dell’apposito kit, composto da casco, imbragatura e dissipatore. Non ce l’hai? Puoi acquistarlo qui.

Attenzione: se affrontata con superficialità, la via ferrata può diventare estremamente pericolosa. È un percorso che non va sottovalutato e che va affrontato necessariamente con prudenza e con l’attrezzatura adatta. Itinerario non idoneo per chi soffre di vertigini.

Avvicinamento

La partenza per la Ferrata del Corno Rat è a Valmadrera, frazione Belvedere (dove partono anche i sentieri per San Tomaso, il Moregallo, i Corni di Canzo e Pianezzo). Consigliamo di lasciare l’auto, però, più in basso, nei pressi delle scuole, e di salire a piedi. Dalla frazione Belvedere seguiamo la strada acciottolata che sale con ripidi tornati fino a raggiungere la Cappella VARS. Seguiamo a sinistra le indicazioni per la Ferrata Corno Rat.

Dopo circa 25 minuti, nei pressi di una fonte, sulla destra si stacca un sentiero che imbocchiamo (seguendo le indicazioni per Itinerario attrezzato 30° OSA). Seguendo sempre i cartelli, dopo 50 minuti arriviamo alla base della parete di roccia calcarea. Casco in testa, imbragatura in vita e moschettoni attaccati alla corda fissa: la nostra salita può cominciare!

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La via ferrata al Corno Rat

Nel primo tiro della ferrata, lungo 45 metri, risaliamo il Sasso G.G. OSA. Partiamo da una quota di 741m slm e affrontiamo un dislivello di 88 metri per arrivare a quota 774m slm. Questo, prima dei recenti interventi, era il tratto più impegnativo della Ferrata al Corno Rat. Ora è stato semplificato, ma rimangono comunque alcuni passaggi dove è necessario prestare molta attenzione.

Man mano che saliamo, la vista splendida si apre sui laghi Brianzoli da una parte, il Monte Barro, Lecco e il suo lago e il Resegone dall’altra.

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Raggiunta la sommità del Sasso G.G. OSA (circa 30 minuti), imbocchiamo un breve sentiero in leggera salita che ci porta all’attacco del secondo tiro (787m slm), quello che risale la parete sud del Corno Rat. Lo sviluppo, decisamente verticale, è di 295 metri e il dislivello da superare è di 120 metri. È il tratto più lungo, ma anche più bello e divertente, di tutta la ferrata. Inoltre, in alcuni punti è possibile fermarsi per riposare e riprendere fiato. Alcuni passaggi sono molto esposti, ma la difficoltà da un punto di vista tecnico è contenuta.

Dopo circa 1 ora di salita, arriviamo in cima al Corno Rat (906m slm). Qui possiamo ora decidere se tornare a valle verso San Tomaso oppure se proseguire sul sentiero escursionistico attrezzato (numero 8) verso la cima del Corno di Canzo Orientale (1.239m slm, 40 minuti e altri 326m di dislivello).

Foto e testi di Michele Castelnovo
Riproduzione riservata
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Categorie: Vie ferrate

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