La Grigna Settentrionale, meglio conosciuta come Grignone, è una delle montagne lecchesi più famose, visibile – nelle giornate di bel tempo – fin da Milano e dalla pianura. Con i suoi 2.410m slm di altezza è la cima più alta del Gruppo delle Grigne. Oltre al Grignone, ne fanno parte anche la Grigna Meridionale (Grignetta) e il Coltignone, che separa la sponda lecchese del Lago di Como dalla Valsassina. Dalla vetta della Grigna Settentrionale, la vista è mozzafiato. Dalla croce di vetta e dall’adiacente rifugio Brioschi, lo sguardo spazia a 360 gradi sulle montagne dell’arco alpino – con il Monte Rosa in bella vista – fino al Lago di Como, dalle Orobie e dalla Valsassina fino alla pianura lombarda.

La vista così aperta rende la Grigna Settentrionale una delle più affascinanti escursioni di trekking della provincia di Lecco. Esistono diverse vie per raggiungere la vetta del Grignone. Oggi vi proponiamo la salita dal versante est per raggiungere la Grigna Settentrionale da Balisio. Passeremo dalla località Pialeral, dove si trova il Rifugio Antonietta, seguendo i sentieri 31 e 33.

Grigna Settentrionale da Balisio: scheda tecnica

La salita alla Grigna Settentrionale da Balisio ha un dislivello positivo importante di 1.580 metri. L’intera escursione richiede circa 3 ore e mezza di tempo per essere percorsa nella sua interezza. Il primo tratto – quello da Balisio al Pialeral – è alla portata di tutti. Dal Pialeral ci sono poi due vie per salire in vetta al Grignone: la via estiva, anch’essa alla portata di tutti, e la via invernale, molto ripida e che richiede allenamento e preparazione fisica.

  • Partenza: Chiesetta del Sacro Cuore a Ballabio, loc. Balisio (830m slm)
  • Arrivo: Vetta Grigna Settentrionale (2.410m slm)
  • Tappe intermedie: Rifugio Antonietta al Pialeral
  • Durata: circa 3 ore e mezza
  • Altitudine massima: 2.410m slm
  • Dislivello: 1.580m
  • Difficoltà: Molto Impegnativo

Grigna Settentrionale da Balisio: la partenza

Per salire alla Grigna Settentrionale da Balisio, è possibile raggiungere la località con l’automobile percorrendo la SP62, poco dopo essere usciti da Ballabio in direzione Valsassina. Qui è possibile lasciare l’automobile (ma in questo caso il percorso a piedi sarà più lungo) e proseguire per Via dei Grassi Lunghi per circa 3 chilometri fino a raggiungere la Chiesetta del Sacro Cuore al Colle di Balisio. Nel caso in cui si lasciasse l’auto sulla provinciale, bisogna mettere in conto almeno mezz’ora di cammino in più. Vicino alla chiesetta si trova una fonte dove è possibile dissetarsi e rinfrescarsi.

Da Balisio al Pialeral

Il primo tratto di cammino è quello che va dalla chiesetta di Balisio al rifugio Antonietta al Pialeral (1.400 slm), nei pressi dell’Alpe di Cova, un verde alpeggio con alcune case e un laghetto, lungo il sentiero 31. Poco dopo la chiesetta di Balisio si trova un bivio, qui bisogna imboccare la strada a sinistra seguendo le indicazioni per il rifugio Brioschi e il rifugio Antonietta. Lungo la strada carrozzabile si trovano alcuni agriturismi.


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La strada prosegue con una pendenza molto blanda lungo la verde vallata dei Grassi Lunghi e bisogna percorrerla tutta, fino alla fine, quando si interseca con la traversata bassa delle Grigne, il sentiero che conduce dai Piani Resinelli al Pialeral. Qui si prosegue verso destra, seguendo le indicazioni proprio per il Pialeral. Il sentiero ora aumenta leggermente di pendenza e inizia a salire a tornanti in mezzo al bosco di faggi. In una ventina di minuti si raggiunge il laghetto dell’Alpe di Cova e da lì in poco tempo si raggiunge il rifugio Antonietta, poco distante. Per andare da Balisio al Pialeral ci vuole circa un’ora e mezzo di cammino, con un dislivello positivo di 570 metri.

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Vista sulla Valsassina dal Pialeral

Dal Pialeral al Grignone

Per raggiungere la vetta della Grigna Settentrionale dal Pialeral, seguendo il sentiero 33, come dicevamo, ci sono due possibilità. Una, la via estiva, è leggermente più lunga (4,13km) ma di conseguenza il dislivello è più distribuito. La via estiva parte poco dopo il rifugio Antonietta, svoltando verso sinistra. Il sentiero passa poco sotto al filo di cresta e ha una pendenza abbastanza sostenuta, con ripide rampe, ma comunque accessibili a chi ha una preparazione di base, raggiunge la Bocchetta della Bassa (2.144m slm) dove si trova il bivacco Merlini.

Qui la vista si apre sul versante ovest della Grigna, e sono ben visibili il paese di Mandello del Lario e il Lago di Como. Dalla bocchetta in poco tempo si risale la cresta sud del Grignone verso destra, fino ad arrivare proprio sotto al rifugio Brioschi. Con un ultima rampa si risale infine alla terrazza del rifugio e per arrivare alla croce di vetta, ben visibile, mancano solo pochi metri. Dal Pialeral al rifugio Brioschi lungo la via estiva ci vogliono circa due ore di cammino.

Grigna Settentrionale da Balisio
Croce di vetta della Grigna Settentrionale (Grignone)

Complessivamente, per raggiungere la Grigna Settentrionale da Balisio, sono richieste circa tre ore e mezza di cammino.

In alternativa: la via invernale dal Grignone al Pialeral

In alternativa, chi ha una buona preparazione atletica può optare per la via invernale che risale il “muro del pianto”, così chiamato per via della sua pendenza che in alcuni tratti raggiunge il 45%. La via invernale – leggermente più corta (3,25km), ma più ripida – parte dal rifugio Antonietta al Pialeral e, tenendo la destra, raggiunge dopo poco il bivacco Riva Girani (1.830m slm). Da qui inizia la faticosa risalita del “muro” fino a raggiungere cresta, dove la vista si apre sul suggestivo versante nord del Grignone, dall’aspetto quasi lunare.

Svoltando verso sinistra si segue la cresta nord della Grigna Settentrionale, fino a raggiungere la croce di vetta. Per via della sua ripidità, e della possibilità di trovare neve in alcuni punti, la via invernale è consigliata solo a chi ha già esperienza di montagna. Inoltre, la via invernale richiede un po’ di tempo in più rispetto alla via estiva, circa due ore e mezza dal rifugio Antonietta.

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Bocchetta del Nevaio

Grigna Settentrionale da Balisio: la mappa

Foto e testi di Michele Castelnovo.
Riproduzione riservata


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